Comunque la si pensi in proposito, è difficile negare che l'evento più importante di questo inizio d'anno sia stato l'introduzione in dodici paesi dell'Unione Europea della moneta unica, l'Euro. Questo passaggio, tanto atteso, ha evidentemente significati che vanno ben al di là della mera condivisione di una unità monetaria. Costituisce piuttosto un progresso ulteriore, che non va eccessivamente enfatizzato ma neppure sottovalutato, verso una più intensa coesione dei popoli del vecchio continente, fondata su culture diverse unite però da una radice antica e profonda.
L'Europa, dunque, che in questo periodo prova a confrontarsi con sfide forse decisive di cambiamento, dai compiti della Convenzione per la riforma dei trattati, che muove i primi passi, alla prospettiva dell'allargamento, in un contesto internazionale difficile che richiede un ruolo incisivo e dunque una forte soggettività, regole istituzionali tese all'affermazione di valori condivisi, meccanismi decisionali e di funzionamento efficienti e non burocratici.
Un buon tratto di strada è stato già percorso, in effetti, anche nel campo della sicurezza comune. In tutti quegli ambiti, in altre parole, che gli addetti ai lavori conservano nella memoria come il “ terzo pilastro” del Trattato di Maastricht, che oggi sperimenta nuovi terreni di intensa cooperazione e sulla realizzazione del quale ricadono molte attese, anche in relazione alla minaccia pressante posta dal terrorismo internazionale, nel quadro degli inquietanti recenti sviluppi dello scenario mediorientale.
Il punto della situazione è offerto ai nostri Lettori da esperti straordinariamente qualificati, attraverso un
FORUM, Unione europea, sicurezza comune, nel quale le esperienze “sul campo” di MAROTTA, POLITI e SALAZAR riflettono un quadro realistico dei problemi più critici e delle possibili linee evolutive. Su sollecitazione della Redazione, anche in relazione alle questioni nuove poste dall'undici settembre, uno spazio è dedicato al tema, ancora in fase embrionale, di una intelligence policy europea, sul quale contiamo di tornare in futuro in modo più diffuso e approfondito.
Sull'argomento più generale del funzionamento della macchina europea, abbiamo invece chiesto a Marco DE ANDREIS, autore di un interessante volume, Straneurocrate, di tornare con una breve intervista (
in parte V) sulla sua personale esperienza nelle stanze di Bruxelles e dunque sugli argomenti trattati in modo così originale nel suo libro.
Sempre con riferimento al tema centrale della sicurezza europea, abbiamo già accennato alla questione della minaccia terroristica. In parte III, la Redazione ha provato a costruire un
quadro della legislazione adottata nei diversi paesi europei negli ultimi mesi, come risposta agli attacchi del settembre scorso.
Ma ai diversi profili della minaccia, pure trattati nello scorso numero della Rivista, abbiamo deciso di dedicare ulteriore, e non poteva essere diversamente, spazio di approfondimento teorico. Intanto con riferimento al ritorno del terrorismo di matrice brigatista, che ha colpito a Bologna lo scorso 19 marzo il Professor Marco BIAGI. Al tema è dedicata l'ampia, complessa e documentata
intervista d'apertura a Pio MARCONI, che offre idee e spunti di analisi critica. Poi con altri importanti contributi che muovono sullo scenario del terrorismo internazionale come quelli di
IPPOLITO,
POPPI e
ZACCARIA. Quest'ultimo, inviato speciale della Stampa, ci consegna importanti considerazioni e dirette esperienze sul tema della comunicazione, della propaganda e della guerra. Condirettore dello stesso quotidiano, Gianni RIOTTA, ci ha rilasciato invece una stimolante intervista,
pubblicata in parte V, sul suo recente libro dedicato agli eventi di New York dello scorso settembre.
Nella prima parte, il Senatore a vita Giovanni AGNELLI torna sugli scenari della globalizzazione, di cui ci siamo frequentemente occupati nell'ultimo anno, con un
intervento di grande spessore, denso di richiami alla storia e alla storia dell'economia.
Completano la parte dedicata ai saggi e agli articoli i lavori di
CALAMO, dedicato ad alcuni aspetti del funzionamento di Europol, e di
Marco VALENTINI, Direttore Responsabile di Per Aspera ad Veritatem, sulle coordinate giuridiche attuali del concetto di sicurezza nazionale.
Altro tema “obbligato” per una Rivista d'intelligence è quello del funzionamento delle agenzie. Se ne occupano numerosi documenti pubblicati in questo volume. Non solo la
relazione semestrale presentata dal Governo al Parlamento, in parte II, ma anche, per rimanere nell'ambito del Parlamento italiano, il Comitato Parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di stato nelle
considerazioni sulle ipotesi di riforma del sistema d'intelligence nel nostro Paese. Segnaliamo inoltre quanto riferito dal Ministro Claudio SCAJOLA alla Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati nello scorso dicembre, in una
relazione molto articolata che si sofferma in particolare sui tratti salienti della politica della sicurezza e sul ruolo moderno ed incisivo che il Ministero dell'Interno intende esercitare nei prossimi mesi. Come di consueto, la Rivista dà evidenza ai progetti di riforma del sistema di intelligence presentati in Parlamento. In questo numero, proiettando la nostra attenzione all'esperienza di altri paesi, richiamiamo anche l'attenzione del Lettore sulla recentissima riforma del sistema d'intelligence in Spagna, che vede l'istituzione del Nuovo Centro Nazionale d'Intelligence destinato a succedere al CESID (
in parte III).
Restando nell'area mediterranea, in Parte IV sono sintetizzate le linee essenziali del
sistema informativo in Turchia, paese membro della Nato, attraversato da problematiche complesse, che aspira ad essere parte dell'Unione Europea.
La sezione delle recensioni e delle segnalazioni bibliografiche, aperta dalle già richiamate interviste a Marco DE ANDREIS e Gianni RIOTTA, è ricca di riferimenti su molti dei temi d'interesse per l'intelligence. Il segnalato lavoro di
KEPEL, su ascesa e declino della Jihad, come quello di
CARDINI e LERNER, dal titolo Martiri e assassini, sono solo due dei volumi di un'immensa bibliografia su radicalismo islamico e terrorismo che ha invaso gli scaffali delle librerie nel periodo più recente. Di particolare rilievo è anche il confronto, che ci è sembrato utile indirettamente proporre, tra gli inquietanti scenari delle nuove guerre, sapientemente disegnati da
RAPETTO e DI NUNZIO, e lo spionaggio di tempi non tanto vicini (
MARANZANA), mentre le comunità d'intelligence e gli studiosi si interrogano sulle prospettive dell'attività informativa nel prossimo futuro (
TREVERTON,
GERMANI). A temi politici generali, è dedicato invece il lavoro di
VENEZIANI e, con particolare attenzione alle questioni economiche e dello sviluppo, Sulla nostra pelle di
Noam CHOMSKY.
Infine
Stefano MALATESTA, giornalista e scrittore, ci ha concesso di pubblicare, per le curiosità storiche, un capitolo di un suo recentissimo libro, Un grande mare di sabbia, storie del deserto, in cui molti riconosceranno il protagonista di una celebre pellicola cinematografica che solo alcuni anni fa ha incontrato grande successo, le cui vicende sono splendidamente narrate in una prospettiva tuttavia diversa, ricca di suggestivi riferimenti ambientali e convincente interpretazione psicologica del personaggio.